"Operette Morali" di Leopardi: lettura e commento del "Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie"

Struttura dell'opera di Giacomo Leopardi le Operette Morali. Lettura e analisi del Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie, a cura di Andrea Cortellessa.
 
Nel 1824 Giacomo Leopardi vive un periodo di crisi filosofica, esistenziale: non scrive più poesie, il suo viaggio a Roma è stato una grande delusione esistenziale. Inizia a scrivere un'opera in prosa, le Operette Morali. Queste Operette sono intese dal poeta come "venti dialoghi satirici alla maniera di Luciano", uno scrittore e retore del II secolo dopo Cristo, noto per i suoi testi satirici. Luciano nelle sue opere miniaturizzava, giocava e scherzava con la mitologia classica. La stessa operazione compie Leopardi, che nei dialoghi delle Operette gioca con la tradizione letteraria. Il Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie è un dialogo perfettamente calibrato tra elemento lirico-patetico, il coro dei morti, e la situazione comica: Leopardi adatta una cronaca del Seicento - Federico Ruysch aveva trovato un modo per conservare i cadaveri - immaginando il risveglio di questi morti, che chiedono a Federico informazioni sulla loro vita mortale. Come gli esseri umani si interrogano sulla vita dopo la morte, così i morti si interrogano sullo stato dei vivi. Questa parte satirica si combina perfettamente con il tono solenne, ieratico e quasi liturgico del coro dei morti.
 
Andrea Cortellessa è un critico letterario italiano, storico della letteratura e professore associato all'Università Roma Tre, dove insegna Letteratura Italiana Contemporanea e Letterature Comparate. Collabora con diverse riviste e quotidiani tra cui alfabeta2, il manifesto e La Stampa-Tuttolibri.