La poetica di Tasso nella "Gerusalemme liberata"

Alessandro Condina presenta la poetica del poema di Torquato Tasso, La Gerusalemme liberata.
 
La riflessione e la produzione poetica di Tasso si concentrano soprattutto su due importanti questioni: le unità di spazio e tempo di Aristotele e l'uso della lingua, il fiorentino, che doveva essere, secondo Pietro Bembo, la lingua fissata da Francesco Petrarca nel XIV secolo. Nei Discorsi dell'arte poetica (1570) sviluppa la sua riflessione sul contenuto del poema epico, che deve essere un poema unitario, una presa distanza critica dal poema epico di Ariosto, una narrazione ordinata e coerente. Tema importante della poetica di Tasso è il vero: la verità poetica per l'autore deve nascere da fatti storici, ma raccontati in modo verosimile, lasciando al poeta libertà di creazione e invenzione. L'argomento del poema, la prima Crociata, è frutto di un'accurata riflessione di Tasso, che vuole comporre un poema epico cristiano. Nel periodo di composizione della Gerusalemme liberata, la contrapposizione tra mondo cristiano e mondo musulmano è attuale, nel 1571 infatti viene combattuta la Battaglia di Lepanto. Nel 1585 pubblica l'Apologia della Gerusalemme Liberata e nel 1594 i Discorsi del poema eroico, che hanno al centro la discussione sulla possibilità di creare un poema epico cristiano, una delle preoccupazioni più sentite da Tasso.
 
Alessandro Condina è giornalista e docente liceale di italiano e latino a Milano. Si è laureato all'università di Messina con una tesi sul Commentario all'Apocalisse di Apringio di Beja. Collabora con varie testate online, tra cui D - La Repubblica e Blogo. Pensa che il web possa essere un ottimo strumento per la didattica, oltre che per l'informazione.
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In questa lezione affrontiamo la poetica de La Gerusalemme liberata. È molto interessante vedere come la riflessione teorica di Tasso sul poema epico vada di pari passo con la produzione e quindi è attraverso gli scritti di poetica che Tasso lascia e che noi ancora siamo in grado di leggere e studiare, possiamo seguire le varie tappe dello sviluppo e della produzione di questo poema.

Innanzitutto i punti fermi de La Gerusalemme liberata sono il rispetto di alcune regole di produzione che nel secondo Cinquecento diventano più stringenti, pressanti:

Regola delle unità aristoteliche ( unità di tempo, luogo e azione) che dalla tragedia si sposta al poema epico;Questione del fiorentino e della lingua poetica che, secondo la lezione di Bembo e alla fine di un lungo dibattito sulla questione della lingua, doveva essere la lingua fissata da Petrarca nel Trecento.

Le opere teoriche che Tasso compone a proposito de La Gerusalemme liberata e, più in generale, del poema epico sono sostanzialmente tre, almeno le più importanti, se non prendiamo in considerazione le diverse lettere, i diversi riferimenti contenuti nei diari e nell’epistolario dell’autore.

Nel 1570 Torquato Tasso pubblica I discorsi dell’arte poetica e, in particolare, sopra il poema eroico. Qui sviluppa la sua riflessione sul contenuto del poema epico, anzi prima di tutto sulla realtà, su che cosa deve essere un poema epico; innanzitutto deve essere un poema unitario e in questo c’è già un elemento di critica implicita e di allontanamento rispetto al modello precedente, ma inarrivabile e completamente diverso che era l’Orlando furioso di Ariosto. Una narrazione unitaria che deve essere ordinata e coerente eppure questa unità non può essere distinta e separata da una forma di varietà; la varietà ha la funzione di attrarre, di conquistare il pubblico, di mantenere viva l’attenzione. Al centro deve tuttavia esserci un punto focale, un centro spaziale, tematico e culturale che nel poema sarà realizzato nell’immagine di Gerusalemme. Questo centro verso cui convergono le azioni degli eroi cristiani e da cui divergono questi eroi tutte le volte che vengono distolti dal loro obiettivo. Un altro tema centrale di riflessione che sta a cuore del Tasso è quello del “vero”. Tra l’altro è un elemento che accomuna il Tasso ad autori più tardi, addirittura a istanze proprie del Romanticismo, di Manzoni per esempio.

Per Tasso, la verità poetica può nascere soltanto da fatti storici veri, ma raccontati in modo verosimile cioè in modo che possa essere avvenuto, ma lasciando al poeta la libertà di invenzione, libertà di creazione. Tant’è vero che Tasso sceglie un argomento ben preciso per il suo poema, cioè il momento cruciale della prima Crociata. Perché questo argomento? Ci sono alcune questioni che è bene ricordare. Innanzitutto la preoccupazione di Tasso era quella di creare un poema epico che fosse adeguato e ben sostenuto e all’altezza dei tempi; quindi il tema cristiano aveva bisogno di fatti reali perciò la prima crociata, da questo punto di vista, era una tematica perfetta. Poi c’è anche un’altra questione: mentre Tasso in pieno Cinquecento sta componendo La Gerusalemme liberata, la questione della contrapposizione tra mondo cristiano e mondo musulmano è straordinariamente viva: è proprio di questi anni la Batteria di Lepanto, il pericolo, la minaccia orientale è fortemente sentita dal pubblico del tempo. Tasso va incontro anche alle esigenze del suo pubblico. Dal punto di vista storico, il suo punto di riferimento sono le "cronache" di Guglielmo di Tiro. Su questa linea più generale Tasso si adegua innestando il suo racconto sugli elementi storici. Altre opere teoriche in cui Tasso sviluppa le sue riflessioni sulla poetica sono: l’Apologia de La Gerusalemme liberata (1585), di cui parleremo più avanti quando affronteremo il dibattito culturale, letterario tra sostenitori di Tasso e quelli di Ariosto e poi I discorsi del poema eroico pubblicati da Tasso nel 1584, poco prima della sua morte, e che hanno al centro la discussione sulla possibilità, sulla reale fattibilità di un poema epico che sia veramente un poema epico cristiano: questa è una delle preoccupazioni più sentite da Tasso che si preoccupa di rispettare questo paletto insieme a quello dell’unità. Come riesce Tasso a risolvere il problema dell’unità? Non può limitarsi a raccontare delle vicende troppo circoscritte, anguste come aveva fatto nel suo tentativo giovanile, il Rinaldo, pubblicato nel 1562 che comunque aveva dimostrato le qualità e le capacità di un Tasso ancora molto giovane. La grande soluzione e invenzione di Tasso è quella di creare un’unità attorno a un protagonista perciò l’unico protagonista, Goffredo, e l’unica impresa, la liberazione di Gerusalemme, permettono di conservare questo criterio centrale per Tasso che è quello dell’unità. Più avanti vedremo come al di là delle riflessioni, delle ricerche e delle preoccupazioni di Tasso, l’accoglienza del poema sarà straordinariamente positiva, ma subito cominceranno con i confronti e altri dibattiti tra chi metterà Tasso e il suo poema a confronto, e quasi in contrapposizione con l’altro grande poema del primo Cinquecento: l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto.