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Successione ecologica e stabilità degli ecosistemi

Nell'arco della propria esistenza ciascuna persona, chi più chi meno, cambia gradualmente. Man mano che si cresce si assiste a una trasformazione fisica che, grazie ai tanti fattori in gioco, da bambini ci fa diventare prima adolescenti e poi adulti.

Se consideriamo il livello di complessità delle interazioni e delle influenze che possono modificare il nostro percorso di crescita (tutto sommato abbastanza uguale tra tutti gli umani) e le paragoniamo con la complessità di un ecosistema e la moltitudine di parametri che ne regolano l’evoluzione, queste ultime ci appaiono enormemente più varie e difficilmente stimabili.
Per fissare alcuni concetti importanti riguardanti l’evoluzione di un ecosistema conviene, quindi, fare degli esempi pratici.

Consideriamo un’isola appena formata dopo un’eruzione vulcanica. Nei primi stadi della sua vita l’isola non presenterà grande biodiversità, a causa di un habitat che non favorisce l’attecchimento di piante e arbusti. I primi organismi a colonizzare questa nuova terra saranno definiti organismi pionieri (ad es. muschi, licheni, piante erbacee per la flora, gli insetti per la fauna). Questo primo stadio è definito successione primaria
Man mano che la superficie dell’isola si popolerà di queste specie, ne verranno richiamate di nuove  (es. l’abbondanza di insetti richiamerà gli uccelli che se ne nutrono). Come conseguenza, anche specie vegetali più evolute potranno raggiungere la zona (grazie per esempio alla dispersione dei semi effettuata dagli uccelli), e potrà succedere che alcune, fra le nuove specie, sostituiscano le specie preesistenti. Quando una comunità rimpiazza una già esistente, o si insedia in un ambiente che è stato distrutto (es. dopo un incendio), si parla di successione secondaria.

Le comunità e parallelamente l’habitat dell’isola evolveranno fino a raggiungere un livello di equilibrio, chiamato comunità climax.

La stabilità ecologica di questo ambiente sarà il risultato di due parametri che in ecologia prendono il nome di resistenza e resilienza.

Analogamente all’esempio dell’isola, utilizziamo un esempio pratico per spiegare questi due concetti: supponiamo che avvenga un incendio nell’ecosistema esaminato.
La capacità di resistere ai danni del fuoco sarà la resistenza dell’ecosistema.
La capacità di tornare allo stato iniziale (pre-incendio) sarà la resilienza di un ecosistema.

Data la complessità di un ecosistema, la stabilità al suo interno può essere valutata tenendo conto dei diversi livelli di complessità.
Si parlerà quindi di una stabilità locale, se si fa riferimento alla tendenza di una comunità di organismi di tornare all’equilibrio dopo un cambiamento dovuto a una piccola perturbazione, e di stabilità globale se questa tendenza si sviluppa dopo una grande perturbazione.