Temi di Ossi di Seppia

Ciao Roberto. La raccolta Ossi di Seppia evidenzia in modo assoluto e centrale il tema dell'aridita' dell'esistenza umana e del male di vivere tanto cari a Montale. L'autore non ritiene se stesso ed i poeti in generale dei profeti che hanno risposte assolute, ma piuttosto evidenzia l'idea di una ricerca di risposte che però non arrivano mai veramente. Così come Eliot, Montale usa gli oggetti come rappresentazioni di uno stato emotivo o esistenziale infatti si parla di correlativo oggettivo. Il "varco" è uno di questi simboli che rappresenta la speranza esistenziale, un passaggio che renda raggiungibile il traguardo, quel passaggio oltre i limiti (rappresentati anche qui da oggetti come il muro per esempio). Una meta impossibile però da raggiungere. Impossibile come la memoria, che nell'aridita' dell'esistenza dell'uomo non può trattenere emozioni e ricordi che invece tendono a essere "coperti dalla nebbia". Come vedi ogni tema è rappresentato da oggetti o immagini tangibili, e questo è di certo uno degli elementi che lo distanza da D'Annunzio e dall'idea dannunziana della poesia. Spero di esserti stata utile. E.B.

Ciao Roberto, confermo quanto detto da Emanuela nella sua precisa risposta! Possiamo aggiungere che è tipico della poesia montaliana, soprattutto in questa prima fase degli “Ossi di seppia” e poi delle “Occasioni” (qui c’è un approfondimento sulla poetica: https://library.weschool.com/lezione/le-occasioni-riassunto-poetica-montale-eliot-mottetti-8516.html), l’oggettivare questa visione del mondo non solo negli oggetti (come i “cocci di bottiglia” di “Meriggiare pallido e assorto”: https://library.weschool.com/lezione/meriggiare-pallido-e-assorto-eugenio-montale-parafrasi-3119.html), ma anche in dichiarazioni di poetica, di tenore filosofico, come quelle di “Non chiederci la parola” ( https://library.weschool.com/lezione/parafrasi-non-chiederci-la-parola-eugenio-montale-testo-integrale-3117.html) o di “Spesso il male di vivere ho incontrato” ( https://library.weschool.com/lezione/montale-spesso-male-di-vivere-ho-incontrato-analisi-e-commento-1292.html). Il tema determinante del “varco” ha poi molte risonanze filosofiche, che affondano le loro radici nella formazione e nelle letture del Montale degli anni Venti. Nella “Intervista immaginaria” del 1946, il poeta spiega che suo riferimento tra il 1920 e il 1925 è il contingentismo francese, da Bergson (qui c’è un rapido riassunto della sua filosofia: https://library.weschool.com/lezione/riassunto-filosofia-bergson-tempo-slancio-vitale-intuizione-7560.html) a Émile Boutroux (1845-1921). Poi afferma, con dei rimandi impliciti alla filosofia di Schopenhauer: https://library.weschool.com/lezione/sintesi-schopenhauer-etica-musica-6844.html): “Mi pareva di vivere sotto una campana di vetro, eppure sentivo di essere vicino a qualcosa di essenziale. Un velo sottile, un filo appena mi separava dal quid definitivo. L’espressione assoluta sarebbe stata la rottura di quel velo, di quel filo, un’esplosione, la fine dell’inganno del mondo come rappresentazione. Ma questo era un limite irraggiungibile”. E si tratta di una ricerca che prosegue fino alla “Bufera e altro” in cui, anche per la situazione storica, la possibilità di una speranza pare restringersi sino all’estremo. Se vuoi approfondire il ruolo del correlativo oggettivo in Eliot qui trovi una lezione sulla “Waste land” ( https://library.weschool.com/lezione/thomas-stearns-eliot-the-waste-land-riassunto-correlativo-oggettivo-7055.html) e poi sul “Burial of the dead” ( https://library.weschool.com/lezione/the-waste-land-thomas-stearns-eliot-la-sepoltura-dei-morti-7056.html). Per il legame con D’Annunzio, ti segnalo questo utile approfondimento: https://library.weschool.com/lezione/i-limoni-eugenio-montale-d-annunzio-pioggia-nel-pineto-superomismo-male-di-vivere-8377.html Buona giornata! :)