Il comunismo è un ideale?

Il comunismo proposto da Marx non è un ideale, ma è ciò che i proletari del suo tempo avrebbero dovuto raggiungere, ciò che prima o poi si sarebbe fatto. Purtroppo, il comunismo è poi degradato nelle dittature che ben conosciamo; e quindi mi chiedo: Marx ha effettivamente detto come raggiungere quell'ideale? Al di là della rivoluzione, che cosa succede? Come ci si organizza? Ha detto qualcosa in merito?


il 26 Gennaio 2016, da Sylvia Green

Matilde Quarti il 26 Gennaio 2016 ha risposto:

Ciao Sylvia, la dottrina di Marx del comunismo, che sarebbe però più corretto chiamare "socialismo scientifico" si innesta in una più vasta tradizione di pensiero socialista. Le elaborazioni socialiste precedenti a Marx vengono inserite dal pensatore tedesco nell'alveo del "socialismo utopista" poiché non implicando una vera e propria rivoluzione non porteranno mai ad un reale sovvertimento della società. Questo sovvertimento avviene solo mediante la rivoluzione comunista che si basa sull'eliminazione della proprietà privata, causa principe dell'alienazione. Marx, inoltre tratteggia le prime fasi della rivoluzione comunista, a cui dovrebbe seguire una breve fase di "dittatura del proletariato" (che sarebbe però una dittatura dei molti sui pochi e non il contrario come avviene invece nella società capitalista) in vista della successiva società comunista. Per farti un'idea del contenuto del manifesto ti segnalo questo video: https://library.weschool.com/lezione/riassunto-marx-engels-proletariato-valore-d-uso-valore-di-scambio-7415.html e questo testo: https://library.weschool.com/lezione/marx-engels-comunismo-borghesia-dittatura-del-proletariato-7506.html Ciao!


E' il concetto di dittatura del proletariato che non mi è molto chiaro... in che senso "dittatura dei molti sui pochi"? Una sorta di democrazia? E come fanno i "molti" a parlare: con dei rappresentanti, o tutti insieme tipo polis greca? Faccio questa domanda perché insieme a Marx sto studiando anche la Rivoluzione Russa e come finì per diventare dittatura comunista... e secondo il mio insegnante, in questa parte Marx presenta una sorta di vuoto teorico. Considererei ad esempio la frase "la religione è l'oppio dei popoli"... sembra stata un bel po' dimenticata quando Lenin diventa santo ateo :') Quindi questo volevo capire... se nella trattazione di Marx si possano effettivamente trovare i presupposti per le dittature comuniste, oppure se lui ha lasciato un vuoto teorico e le dittature lo hanno riempito come preferivano o altro... - Sylvia Green 26 Gennaio 2016

Allora, sulla questione della dittatura del proletariato Marx resta molto sul vago: fondamentalmente si tratta di una classe dominante proletaria che si impone, con la forza, sulla minoranza borghese per sovvertirne lo stato. Le modalità su cui deve agire questa maggioranza sono quelle della Comune di Parigi, di cui Marx parla nel testo "La guerra civile in Francia": invece dell'esercito si deve organizzare una milizia di operai armati; si deve sostituire il parlamento con dei deputati eletti dal popolo, che possono essere dimessi e che vengono pagati quanto un operaio; non vi devono più essere privilegi burogratici; non vi deve più essere separazione tra potere legislativo, esecutivo e giudiziario ma devono rimettersi tutti allo stesso organo. Lenin, peraltro, si riferisce direttamente a Marx sostenendo che marxisti sono solo coloro che riconoscono la necessità della lotta armata. In ogni caso il tuo professore ha ragione, Marx ha lasciato numerosi vuoti teorici, infatti se il comunismo sovietico nasce dal marxismo non può tuttavia riconoscersi completamente in esso (Lenin - in ogni caso - si basa fortemente nella sua politica sulla dottrina di Marx, ma come ben sai la storia ha preso una direzione differente, a partire da Lenin stesso e ancora di più con l'avvento di Stalin). In sintesi se il marxismo può essere definito come una dottrina socio-economica, le manifestazioni statali delle grandi dittature comuniste del '900 sono state una cosa differente. - Matilde Quarti 29 Gennaio 2016